Lo Spedalieri piange la scomparsa di uno dei suoi più straordinari ex allievi

Luciano Modica si è spento improvvisamente giorno 4 maggio a Pisa, dove ha vissuto da quando – dopo la brillante maturità conseguita allo Spedalieri nel 1968 – entrò nella prestigiosa Normale di Pisa per studiare Matematica. Lì ha avuto inizio una carriera brillante che lo ha visto diventare a soli 30 anni Professore Associato di Analisi Matematica, poi Rettore, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Senatore e infine Sottosegretario al Ministero dell’Università e della Ricerca nel governo Prodi. È stato invitato a tenere – fra gli altri – corsi nelle università di New York e Parigi, dove è stato insignito della Legion d’Onore francese.
Pur se proiettato in questa dimensione di prestigio e riconoscimenti internazionali, il legame di Luciano con le sue origini allo Spedalieri è rimasto comunque indissolubile, ribadito e cementato annualmente dalle rimpatriate coi suoi compagni della III B – maturità 1968 – , l’ultimo anno del nostro Istituto al monastero dei Benedettini.
Sono loro che oggi, commossi, ricordano la sua generosità nel condividere il suo sapere e nel donare attenzione agli altri. Luciano era il compagno da cui andavano tutti in pellegrinaggio il pomeriggio per farsi spiegare quella matematica che di mattina non erano riusciti a capire e che lui spiegava con sorprendente chiarezza e pazienza infinita, per poi concludere la giornata con una partita a ping pong sul terrazzo della sua casa in viale Libertà. Era l’alunno che prima passava il compito ai compagni e poi affrontava agevolmente il suo, più difficile degli altri. Era il giovane liceale mandato dal preside come docente supplente nelle classi scoperte che rimanevano irretite dalla sua straordinaria autorevolezza e dalle sue innate doti didattiche.
Il suo attaccamento nei confronti dello Spedalieri si è manifestato anche in tempi recenti: in occasione delle celebrazioni per i 150 anni del Liceo, è stato invitato dal preside Pennisi a condividere i ricordi dei suoi anni allo Spedalieri e a suggerire delle proposte per la scuola di domani, acuto e lucido nelle sue analisi e nelle sue prospettive.
Avrebbe ancora avuto tanto da dirci e da donarci. Orfani e al contempo eredi, conserviamo e coltiviamo la memoria delle sue parole e delle sue eccezionali, irripetibili doti di umanità e sapienza.