Dal 17 al 22 dicembre andrà in scena al teatro Verga lo spettacolo <<Romeo e Giulietta, ovvero la perdita dei padri>>, prodotto dal Teatro Stabile di Catania con la regia di Francesca Macrì.
12 adolescenti catanesi, fra cui un’allieva della nostra scuola, Marina Politano della classe 1°A, sono stati selezionati fra tanti e, dopo un laboratorio teatrale intensivo e un lungo periodo di prove, andranno in scena insieme agli attori professionisti nei seguenti giorni:
tre matineé per le scuole (17 – 19 dicembre) – sold out
venerdì 20 dicembre ore 20,45
sabato 21 dicembre ore 20,45
domenica 22 dicembre ore 17,30
Gli studenti della scuola che hanno piacere di vedere lo spettacolo in orario extracurricolare potranno acquistare il biglietto al prezzo ridotto di 8 euro dichiarando di essere studenti del Liceo Spedalieri.
Costo per gli adulti – 16 euro – ridotto 12 euro.
Soffrono tutti i ragazzi che Shakespeare delinea in quello che sempre più, ad ogni rilettura, appare come un affresco tra Padri e Figli. Soffre Romeo nel suo innamorarsi di tutto. Soffre Giulietta nel sentirsi troppo presto ingannata dal mondo degli adulti. Soffre Rosalina, splendido ritratto muto che ai margini del testo cerca silenziosamente di farsi spazio e darsi dignità. Soffre Benvolio perennemente alle spalle di qualcuno. Soffre Mercuzio, non ci crede che deve morire, lui proprio lui. Soffre Tebaldo in quest’ira furibonda e senza fine da cui non può che uscire sconfitto. E insieme a loro, tutti gli altri, una moltitudine, eppure ognuno di una singolarità e umanità commoventi. Non sanno cosa sia l’amore eppure ne parlano continuamente. Non sanno cosa sia l’odio eppure cercano ossessivamente di darne una forma. Vagano per la porca città, inciampano nelle parole, cercano di lottare contro un mondo che non ha spazio per loro. Urlano, strepitano, non sanno dove andare e vagano, vagano, vagano. Sono stati scritti quattrocento anni fa, ma non ci sembrano lontani dai ragazzi di oggi. Perciò in questi quadri da Romeo e Giulietta abbiamo chiamato a interpretare i ragazzi del testo shakespeariano proprio gli adolescenti e accanto a loro due attori nei ruoli dei Padri, un principe che parla da oltre il cielo del teatro e un violoncello che attraversa la scena per raccontare con la sua musica la poesia di questo scontro tra vecchio e nuovo. Insieme a tutti loro, in questa lotta eterna tra Montecchi e Capuleti, ma anche fra Padri e Figli, giovani e vecchi, realtà e immaginario: il calcio. Non quello spettacolarizzato dai mass media, ma quello delle partite nei piazzali sotto casa, nelle strade, negli angoli dei quartieri, con palloni sgonfi o lattine vuote, con i giubbotti a far da pali e i genitori che ancora irrompono per dire che bisogna andare via, che la cena è pronta e la partita la si può finire anche il giorno dopo. Il giorno dopo? E come spiegare al mondo che a volte le partite non finiscono mai? Così “Romeo e Giulietta” smette di essere una storia d’amore e diventa quello che più profondamente è: una storia, come direbbe Pasolini, di giovani infelici, una storia di non ascolto, di fallimento trans-generazionale, di errori troppo tardi riconosciuti e di un tempo, un tempo, troppo severo nel suo scorrere inesorabile.
Francesca Macrì e Andrea Trapani
musicale Luca Tilli regia Francesca Macrì con Angelo Romagnoli e Andrea Trapani e con Abramo Mario, Belvedere Giulio, Cavallaro Claudia, Corsaro Daniele, Gravino Gabriele, Marino Alessia, Pitari Umberto, Politano Marina, Rindone Siria, Spata Sofia, Umana Francesco, Zuccarello Chiara
produzione Teatro Stabile di Catania in collaborazione con Biancofango