Per quattro anni abbiamo studiato la storia romana, abbiamo tradotto versioni su versioni dalla lingua latina e con l’immaginazione ripercorso strade, vissuto guerre, visitato luoghi storici e ammirato monumenti.
Abbiamo inoltre avuto l’onore di incontrare personaggi storici e di poter dialogare con loro, rendendo la lingua latina ancor di più un unicum con l’italiano. Era inevitabile, insomma, in questi anni di liceo classico, il sentire un legame con l’ Urbs, l’Eterna, la città che ha intrecciato secoli e secoli di politica e legalità a un passato ricco di insegnamenti. Forse per questo motivo, quando alla mia classe, la IV E, e alla IV D è stato detto che avremmo avuto modo di immergerci veramente e non più con la nostra fantasia, tra gli scorci della storia e della tradizione del diritto romano e dunque del nostro intero Paese, era possibile percepire l’adrenalina a fior di pelle. Prendere, dopo anni d i restrizioni, un volo con i propri compagni per visitare un luogo che ormai pensavi di conoscere a memoria (tanto lo avevi studiato) ti fa vivere una sensazione diversa, inaspettata ma estremamente piacevole. Così, con questi sentimenti, dal 27 febbraio a l 1° marzo, accompagnati dai docenti Antonio Acquaviva, Carmen D’Antonio, Marinella Spina e dalla dirigente Vincenza Biagia Ciraldo, abbiamo attraversato con la costante frenesia dei mezzi pubblici le vie della capitale.
Il Pantheon, l’Altare della Patria, il Colosseo, la Fontana di Trevi, i Fori Romani, sono solo alcuni dei monumenti visitati. Abbiamo camminato lungo il Tevere e scattato una esagerata quantità di foto delle piazze di Roma ed in particolare di Piazza San Pietro. Sprofondare nella bellezza artistica dei musei Vaticani, poi, è stato motivo di grande stupore: pensare di quante meraviglie può essere artefice l’uomo ti fa sentire invincibile e fragile allo stesso tempo.
Ma non era solamente quello di rimanere estasiati da cotanta bellezza lo scopo del nostro viaggio: noi studenti di ambedue le classi siamo, infatti, partiti per intraprendere un percorso tra i palazzi istituzionali del nostro Paese. La classe IV D ha dunque partecipato al convegno nazionale “Il linguaggio della pace e della legalità nei principi costituzionali: viverli per la crescita del Paese” nella sala dei Gruppi Parlamentari di Palazzo Montecitorio. Tra gli altri, hanno particolarmente colpito gli interventi di personaggi di spicco quali Nicolò Mannino, presidente del Parlamento della Legalità internazionale, che si è occupato di moderare i lavori, Salvatore Attanasio, padre dell’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio, assassinato in Congo durante un agguato nel 2021, il direttore dell’Ufficio Centrale Ispettivo del Ministero dell’Interno Renato Cortese, il Vescovo Antonio Staglianò e Vincenzo Mallaci, cardiologo e presidente dell’associazione di volontariato internazionale onlus “E ti porto in Africa”. Quest’ultimo, in particolare, ha riportato la sua esperienza di volontariato in Congo, luogo in cui ogni anno muoiono milioni di bambini. Viene da chiedersi se, qualora le morti premature fossero avvenute nel “quadro perfetto” della nostra società europea e non nel
territorio africano, ciò avesse costituito uno scandalo, come invece non è nel caso inverso. Noi alunni di IV E
abbiamo partecipato ad una seduta del Senato, accomodati in Tribuna a Palazzo Madama. Composti ed eleganti, abbiamo assistito alla discussione sul disegno di legge 462 concernente gli “Interventi urgenti in materia di ricostruzione in seguito a catastrofi ambientali” quali l’alluvione di Ischia dei mesi scorsi e il terremoto de L’Aquila del 2009.
Avrei tanto voluto poter scrivere solo di quanto è stato interessante vedere i senatori, posizionati nell’aula secondo lo schieramento di appartenenza (destra, centro, sinistra), assistere al dibattito ed alla reazione dell’opposizione alle proposte del governo e viceversa. L’esperienza vissuta è stata senza dubbio unica, formativa ed emozionante, soprattutto nel momento in cui è stata annunciata la nostra presenza in aula da parte della Vicepresidente del Senato e i senatori si sono alzati in piedi e ci hanno accolto con un applauso, secondo il protocollo.
D’altronde noi siamo il futuro, l’applauso lo meritiamo, i sorrisi curiosi pure.
Un’altra meravigliosa esperienza è stata quella vissuta al Ministero dell’Istruzione e del Merito, di cui abbiamo avuto il piacere di visitare il palazzo con diverse guide impazienti di metterci al corrente sulla storia culturale e artistica del luogo. I vari affreschi delle sale ministeriali avevano come filo conduttore il rapporto allegorico tra conoscenza e ignoranza, evolutosi in relazione alle epoche storiche. Invero, è proprio il “so di non sapere” socratico che ha spinto le generazioni passate e dovrebbe spingere noi, tutt’oggi, ad ampliare le proprie vedute conoscitive .L’istituzione scolastica è pertanto palestra del libero sapere, che deve essere tutelato: studiare a scuola diritto e legalità è infatti così importante, perché aiuta a formare i pensatori critici di domani, li nutre con la cultura e li consegna ad un mondo adulto.
Alla fine del nostro viaggio, con gli occhi stanchi e già pieni di nostalgia, ci siamo resi conto di aver lasciato a Roma una parte di noi ma allo stesso tempo che Roma aveva lasciato in ognuno di noi un pezzo di sé e la consapevolezza di chi vogliamo essere e di come vogliamo che l’Italia un domani sia.
Miriam Adamo, IV E